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TheSIGN Academy intervista La Tram

Ginevra Bianchini intervista La Tram.
Illustratrice.
Fumettista.
Docente di Teoria del Colore alla TheSIGN.

La Tram si è laureata in Relazioni Internazionali all’Università Orientale e in Fumetto e Colorazione Digitale alla Scuola di Comix di Napoli. Inizia a lavorare come grafica per le ONG (Unesco, CCIVS France e altre), curando per anni le immagini coordinate di progetti di cooperazione; per l’editoria ha collaborato come illustratrice per Beccogiallo, Corriere della Sera, Il Manifesto, l’Espresso, Jacobin Italia, De Agostini. Ha tenuto corsi di fumetto presso le fondazioni “IDIS-Città della Scienza” di Napoli, e “Trossi Uberti”, di Livorno.
Tra i suoi lavori a fumetti, “Bandierine – Tutta una storia di Resistenze” (Barta Edizioni), con una storia scritta da Tuono Pettinato, “Odio di Palma-Papyrus” (BAO Publishing), scritta da Francesco Savino, e storie brevi da autrice pubblicate su Jacobin Italia e Linus. I suoi libri più recenti sono “La bellezza di Medusa” (De Agostini), scritto da Sabina Colloredo, e “La Prima Bomba” (Feltrinelli Comics), scritto da Marco Rizzo.

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Qual è stata la tua formazione artistica?
È stata un po’ atipica, perché ho frequentato il Liceo Classico e poi mi sono laureata in Relazioni Internazionali mentre seguivo le lezioni di Fumetto della Scuola di Comix di Napoli. Ho inizialmente lavorato come grafica nell’ambito della Cooperazione Internazionale, mi occupavo di progettare e realizzare l’immagine coordinata di campagne e progetti, e poi ho deciso che avrei provato a seguire unicamente la strada del disegno, mettendo da parte la cooperazione internazionale. Ho poi avuto la fortuna di incontrare durante una marathon di fumetto un Maestro che mi ha cambiato la vita, artisticamente: Frank Espinosa, che mi ha insegnato l’uso del colore -dell’acrilico, in particolare –  e la sua potenza espressiva. Da quel momento in poi mi si è aperto un mondo, quello del colore appunto, che non smette mai di entusiasmarmi.

Quali sono gli elementi principali con cui definiresti il tuo stile?
Direi la ricerca delle forme e della composizione, e una tensione verso un colore non “descrittivo” ma “espressivo”.

Hai un lavoro di cui vai più fiera?
Ne ho diversi per ragioni diverse. La storia “Piezz ‘e core” in “Post Pink” (Feltrinelli Comics) perché è stata la prima storia che ho scritto e disegnato da sola, e con un tema che mi sta a cuore, e anche la storia breve per Jacobin Italia nel numero dedicato agli scioperi delle donne. Anche in quel caso ho scritto e disegnato una storia breve. Era sul movimento “Ni una menos” (“Non una di meno”).

Tu fai anche molta illustrazione e fumetto per l’editoria, quali sono secondo te i pro e i contro di questo genere di lavoro, se ce ne sono? Come ti sei avvicinata a questo settore?
Ho fatto molta gavetta e file per gli appuntamenti con gli editori alle fiere di settore. È molto importante fare questo tipo di esperienza, quella della perseveranza, perché “affila” e mette alla prova la tua determinazione nel voler fare un mestiere difficile. Da una parte, se riesci a lavorare in quest’ambito hai fatto jackpot: ti svegli la mattina felice di metterti al lavoro, ed è una fortuna non da tutti. Dall’altra parte, dipende tutto (quasi tutto) da te, dalla tua creatività. Quando ti capitano i giorni – ma anche le settimane! – in cui davvero non riesci a mettere la matita sul foglio perché non hai una singola idea sei solo con te stesso, non puoi dare la colpa a nessuno, e questo rischia di essere molto frustrante e di farti sentire oppresso dall’ansia e dalla paura che tutto quello che avevi da dire sia già finito. Ma poi, con l’esperienza, impari che quando succede, succede; alzati, vai al mare, fai una passeggiata, lascia che la stanchezza si diluisca in un’esperienza positiva diversa. E poi, cosa importantissima, alimenta la tua curiosità. Con tutto, non solo con l’arte. I viaggi, i film, la musica, il parlare con gli altri e l’essere genuinamente interessato alle persone, a quello che fanno, a quello che hanno da dire…ma anche alla meccanica quantistica, al giardinaggio e all’astrologia, vale tutto!

Sei la nostra specialista dei colori, cosa cambia negli studenti dopo il modulo che fanno con te?
Vorrei poter dare una risposta profonda e autoreferenziale su quanto umanamente ci scambiamo e quanto la Teoria del Colore cambi per sempre le loro vite, ma mi basterebbe sapere di aver estirpato per sempre dalle loro matite digitali l’uso pazzissimo e indiscriminato del gradiente e sarei già molto felice.

Hai qualche progetto all’attivo in questo momento di cui ci puoi rivelare dei dettagli?
Dopo aver finito “La Prima Bomba”, il fumetto scritto da Marco Rizzo e edito da Feltrinelli Comics, ho deciso che mi sarei presa un anno per tornare a studiare e a sperimentare cose nuove. Nel frattempo, ho iniziato a scrivere la mia prima storia lunga a fumetti.

Che consiglio daresti a giovani illustratori/trici e fumettist* che si affacciano ora sul mondo del lavoro?
Di disegnare senza posa, giorno e notte, e con coraggio, cioè senza affezionarsi troppo a un modo di disegnare, di colorare, ma continuando a sperimentare sempre cose nuove. E investire molto nei materiali e nei viaggi per le fiere di settore. Serve a farsi le ossa, a prendersi in faccia dei “no” dalle portfolio review che ti fanno acquisire un approccio professionale . E direi anche di essere umili ed accettarli quei “no”, perché è meglio un “no” argomentato e costruttivo che un falso “ti faremo sapere”. E poi essere sempre aggiornati: chi ha vinto i principali concorsi di illustrazione, i premi di fumetto, visitare le mostre di settore…il che si riassume essenzialmente in ciò che ho già detto: siate curiosi.

Grazie mille per quest’intervista.
Grazie a te!

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