Massimiliano Sorrentini
Ho iniziato la mia attività di grafica e comunicazione nel 1998. Ho visto nascere Internet quando ancora non esistevano i social e servivano cinque minuti per scaricare un’e-mail. Ho assistito, talvolta partecipandovi con qualche successo, all’esplosione della bolla dell’E-commerce e della grafica web ed ho visto morire, pian piano, i service di stampa con le pellicole, i righelli e i pennarelli rossi per i registri di stampa. Prima di questi storici ma sconosciuti avvenimenti, mi son diplomato a pieni voti all’Istituto Statale d’Arte di Mantova, ho frequentato per diversi anni ed esami la Facoltà di Lettere e Filosofia di Verona e Bologna dove non mi sono laureato, occupandomi, nel contempo, di musica, letteratura, grafica, fumetto e pittura ad acquerello, acrilici e tecniche miste.
Tra i venti e trent’anni mi sono occupato anche di fotografia, incominciando a scattare foto in quell’era dove la tua fotocamera aveva solo trentasei pose su un rullino in triacetato di cellulosa. Da allora la fotografia è rimasta sempre con me, sia per lavoro, sia nei miei viaggi per il globo, passando inevitabilmente dallo sviluppo in camera oscura allo sviluppo digitale di Photoshop.
La mia prima versione di Photoshop è stata la numero quattro: da allora è passato giusto un po’ di tempo nel quale ho insegnato questo software (insieme ad Illustrator e a un po’ di teoria della comunicazione) per sette anni presso la Fondazione Enaip Lombardia di Mantova. Sono poi stato Art Director -per un altro po’ di anni- presso lo studio di Comunicazione Masterstudio di Mantova. Ho lavorato per quasi quindici anni, come freelance, occupandomi di molti progetti per editoria, merchandising, advertising, packaging, illustrazione e, solo per i primi anni duemila, anche della progettazione di interfacce per siti web e cd interattivi.
Nel 2010 mi sono trasferito a Firenze e da allora continuo le attività di cui sopra. Nonostante la mia ormai leggendaria severità e conclamata antipatia, ai miei studenti non ho mai dato particolari consigli se non quello di spegnere più spesso il monitor – sia esso del computer o dello smartphone – prendere in mano foglio e matita, accendere la “radio” con della buona musica e provare a confrontarsi in modo più diretto, profondo e doverosamente ironico con le proprie idee, il proprio corpo e il proprio tempo.