Blog, Un caffè con...

TheSIGN Academy intervista Giuditta Gentile

Ginevra Bianchini intervista Giuditta Gentile.
Graphic Designer.
Docente nel corso di Graphic Design presso TheSIGN.

Giuditta Valentina Gentile si laurea nel 2003 in Design presso la Facoltà di Disegno Industriale del Politecnico di Milano. Dopo varie collaborazioni come freelance a Milano, in ambito editoriale e di allestimenti di mostre d’arte, nel 2004 si trasferisce a Firenze dove inizia a lavorare come multimedia, web e visual designer e poi come art director presso diversi studi. Nel 2009, dà vita a Frush | Design Sostenibile, uno studio improntato alla sostenibilità nel campo della comunicazione che tutt’oggi lavora attivamente. Dal 2008 è Docente presso l’Accademia e organizza workshop formativi su vari argomenti (tipografia, psicologia della percezione, pattern). Nel 2014 crea, in collaborazione con la restauratrice inglese Jane Harman, il brand Wood&cut: una collezione di gioielli e complementi d’arredo realizzato a mano con legno di recupero. Dal 2016 scrive per il magazine Houzz: una piattaforma online dedicata alla ristrutturazione e al design di interni.
————————————————————-

Qual è stato il punto di partenza della tua carriera?
Si può dire che tutto ha avuto inizio quando agli orali di maturità classica dichiarai con convinzione ai professori che mi sarei iscritta a Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano. Mi guardarono tra il perplesso e il meravigliato.
Era la fine degli anni ’90 e la facoltà, in effetti, era nata da poco da una costola di Architettura ed era piuttosto sconosciuta, direi addirittura pionieristica.
Sono stati cinque anni davvero intensi e molto stimolanti, durante i quali ho avuto la fortuna di incontrare professori appassionati e compagni di studi provenienti da tutta Italia e dall’estero. Anni che mi hanno dato un imprinting multidisciplinare, fornendomi le basi per un metodo progettuale analitico. Il mio percorso post laurea è proseguito lavorando per alcuni anni in diverse agenzie creative a Milano e Firenze, e infine si è tradotto nel 2009 nella creazione di uno studio professionale tutto mio: Frush design.

Come definiresti il tuo stile?
Vorrei fare una piccola premessa. Alcuni anni fa con altri due docenti ho tenuto un workshop gratuito per promuovere l’Accademia intitolato “Design/Arte: Sedie per visite brevissime” nel quale abbiamo indagato la sottile linea che separa i due ambiti. La principale differenza sta nel fatto che il designer risponde all’esigenza di un committente traducendola in un artefatto all’interno di un contesto dato. Un artista invece esprime sé stesso attraverso la propria arte, anche in assenza di un pubblico specifico. Questa importante distinzione non significa che la sottile linea di demarcazione non possa essere consapevolmente attraversata. Svariati esempi di figure poliedriche di artisti-designer lo dimostrano: Enzo Mari, Paula Scher e Bruno Munari per citarne alcuni. Il sottotitolo del workshop, infatti, era ispirato proprio ad un’opera di Munari, in cui l’oggetto funzionale ‘sedia’ diventava provocazione artistica: la seduta inclinata come uno scivolo ne rende impossibile l’utilizzo.
È interessante notare che nella nostra Accademia si insegnano entrambe le discipline e il suddetto confine viene attraversato di frequente.
Quindi, tornando alla tua domanda, più che di stile personale parlerei di metodo o approccio progettuale. Il mio lo definirei: appassionato (amo il design in tutte le sue molteplici forme), aperto alla contaminazione e commistione tra le discipline (arti, scienza, psicologia, antropologia, filosofia, marketing), guidato dal concetto di sostenibilità applicata alla comunicazione. Ideare progetti di comunicazione tenendo conto dell’ambiente che li ospiterà, tramite modalità non invasive e volte ad un impiego responsabile delle risorse. Ridurre gli interventi a quelli effettivamente necessari, puntando alla qualità, all’efficacia e alla durata del progetto nel tempo. Questi sono i miei principi guida.

Qual è il tuo ruolo all’interno dell’Accademia?
Da più di dieci anni sono docente nel corso di Graphic Design. In particolare insegno Brand Book Design (Manuale di stile) e Portfolio Design, ma soprattutto tengo il corso di Magazine Design nel quale i ragazzi sono chiamati a progettare una nuova rivista. Tutta la classe lavora in team simulando una vera e propria redazione. Viene deciso il tema da trattare e il nome da dare alla pubblicazione, poi si disegna la testata e tutti i layout interni. Ciascuno scrive i propri articoli e li impagina in base alla griglia scelta, ricerca le immagini, disegna le illustrazioni e le infografiche di accompagnamento al testo. La rivista viene poi stampata diventando un oggetto da mostrare e sfogliare. È davvero una grande sfida per i ragazzi riuscire a coordinarsi tra loro e assemblare un prodotto così complesso, ma ogni anno i risultati sono sempre di alto livello. E soprattutto è un’esperienza positiva mettere insieme le forze arrivando ad un obiettivo che inizialmente appare difficile da raggiungere.

Ci sono degli autori che ti hanno particolarmente influenzata nella formazione?
Tra i designer che più hanno lasciato il segno nella mia formazione e a cui costantemente guardo, a parte i già citati Munari (grande maestro e inesauribile fonte di ispirazione), Paula Scher (indubbiamente la donna più affermata nel mio ambito) e il vulcanico Stefan Sagmeister, vorrei citare Sophie Thomas, una visual designer britannica che mi ha folgorato durante una conferenza a Torino con il suo approccio alla sostenibilità nella comunicazione. È stato lo stimolo per decidere di mettere in piedi uno studio creativo personale con quella stessa filosofia. Poi vorrei nominare anche Riccardo Falcinelli, graphic designer romano, che con i suoi saggi scrive e indaga in modo lucido, puntuale e coinvolgente i temi legati alla nostra professione.

Parlaci dello studio Frush e del suo sito, di cosa si occupa? Quali sono i progetti che hai gestito?
Il mio sito è un portfolio che raccoglie i lavori più significativi portati avanti in questi dodici anni di attività. Ha anche un diario, ma devo confessare che si tratta più che altro di un archivio personale in cui tengo traccia di eventi, appunti visivi o temi che mi interessano, piuttosto che un blog aggiornato costantemente.
Per quanto riguarda i progetti: l’ambito culturale-museale, la grafica ambientale per mostre ed eventi, l’editoria e il packaging sono i campi nei quali ho più esperienza. Come studio abbiamo avuto occasione di occuparci della creazione del brand, del sistema segnaletico e delle campagne di comunicazione del Museo Novecento di Firenze, alla sua apertura nel 2014 e nuovamente nel 2018 all’insediamento dell’attuale direttore artistico. Nello stesso anno abbiamo progettato il brand, il sistema segnaletico, i supporti cartacei e il sito web di Palazzo Medici Riccardi che esisteva già da tempo, ma era privo di identità visiva coordinata. Altri progetti che posso nominare sono: lo studio del naming e la brand identity, lo storytelling e il packaging per un nuovo profumatore d’ambiente chiamato “Corte di Caterina” in onore di Caterina de’ Medici che diffuse l’uso del profumo alla corte di Francia e per finire “Firenze for families” un libretto e una mappa illustrati da Ilaria Faccioli, destinati alle famiglie che desiderano visitare la città in modo divertente e a misura di bambino. Progetto curato da MUS.E e distribuito gratuitamente dal Comune di Firenze.

Hai dei progetti all’attivo in questo momento di cui ci puoi parlare?
Ce n’è uno in corso di cui sono veramente entusiasta. Si tratta della progettazione del sistema d’identità visiva per la neonata “Fondazione Alinari per la Fotografia”. La regione Toscana ha acquisito l’immenso patrimonio dei fratelli Alinari con l’intento di conservarlo, valorizzarlo e renderlo fruibile ad un ampio pubblico.
Il cuore dell’operazione sarà la costituzione di un centro polivalente (museo, archivio, biblioteca). Non mi sembra vero di poter partecipare a questo meraviglioso progetto. Lo studio Frush è stato chiamato insieme ad altri due a presentare la propria idea creativa in una sorta di contest e con mia grande emozione la nostra proposta è risultata vincente. Al momento, oltre all’identità visiva, abbiamo pubblicato su YouTube un video di presentazione del nuovo brand e messo online un restyling del sito-archivio che verrà mano a mano implementato. Quando sarà attiva la nuova sede potremo iniziare a mandare in produzione il materiale cartaceo e promozionale. Infine nei prossimi anni saranno affrontati i temi della grafica ambientale del museo e degli spazi connessi. Non vedo l’ora.

Che consiglio daresti ai giovani graphic designer che si affacciano ora sul mondo del lavoro?
Intanto di essere consapevoli di avere il privilegio di fare un lavoro che si ama, e questo già è meraviglioso in sé, e allo stesso tempo di impegnarsi costantemente per ottenere risultati validi. Se non si è veramente appassionati e determinati, non si può svolgere questa professione con soddisfazione.
Esorto sempre i giovani a non smettete mai di studiare, di approfondire, di aggiornarsi e di misurarsi attraverso il confronto con gli altri. A non essere passivi fruitori del web e dei social network, ma guardarli piuttosto come strumenti che permettono di scoprire agevolmente i lavori dei migliori designer a livello mondiale e di farne tesoro.
Essere curiosi e prestare attenzione a tutto ciò che ci circonda è un vero e proprio imperativo. Nutrirsi di musica, di fotografia, di letture, andare a teatro e al cinema (sperando di tornare presto a farlo), fare passeggiate nei boschi, imparare una ricetta, visitare mostre e musei, interessarsi di filosofia, geometria e geografia, di chimica e fisica dei materiali, di anatomia e percezione visiva, coltivare piante e raccogliere frutti, andare a piedi o in bicicletta e riflettere in solitudine, disegnare e annotare tutto quello che ci colpisce. Ascoltare e sentire, connettersi con la propria natura intima di creativi e lasciarla fluire. Insomma essere “autori” della propria esistenza.

Grazie molte per questa intervista, è stato un piacere!
A te.

—————————————————-

Dove trovare Giuditta:
Frush
Behance
Instagram
Pinterest