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Progetto Illustrazione Editoriale – Editoria Scolastica

Ginevra Bianchini intervista Teresa Porcella sul progetto di scolastica del corso triennale di Illustrazione Editoriale alla TheSIGN.

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In che consiste il progetto di editoria scolastica?
Si tratta di un progetto dove i ragazzi lavorano su prove di un reale committente (in questo caso Mondadori Education) per produrre illustrazioni per i libri scolastici per la scuola primaria. Quest’anno abbiamo lavorato su illustrazioni legate al libro di Propedeutica della classe prima e una parte di Storia (sussidiario), per la classe quarta. Esercitarsi su questo tipo di prodotto è un lavoro complesso e fortemente formativo. Anche se può sembrare eccessivamente vincolante, in realtà, obbliga a un allenamento utilissimo: trovare strade identitarie dentro tracciati fatti da altri. Fare in modo che ciò che produco mi somigli, anche se le regole del gioco non le ho fatte io. Che poi è quello che capita la maggior parte delle volte, visto che il lavoro su committenza è percentualmente molto superiore a quello di autoproduzione libera.
Inoltre, quando si lavora per le fasce dei più piccoli (infanzia e primaria), ci si deve confrontare con moltissimi aspetti legati alla leggibilità dell’immagine in relazione o in assenza di un testo, ai canoni percettivi primari, al rapporto figura-sfondo, all’aderenza con eventuali informazioni tecniche o storiche di riferimento, alla ricerca di fonti attendibili e via e via. Insomma, un training a tutto tondo.

Che valore aggiunto danno agli studenti i professionisti che lavorano in questo ambito come te e Maria Cristina Scalabrini, editor di Mondadori?
Aiutano i ragazzi a inquadrare molti aspetti legati non solo all’interpretazione del testo e alla realizzazione dell’immagine, ma anche alle modalità di comunicazione e di interazione tra committente editoriale e illustratore. Come porsi e come comunicare è una parte importantissima del lavoro, spesso determinante sia per acquisire una commessa, sia per riuscire a realizzarla nel modo migliore, ovvero co-costruendo il percorso tra committente e illustratore, in modo che sia un percorso condiviso e soddisfacente. Riuscire a interpretare un’esigenza e farla propria e a fare proposte che siano rispettose non solo della volontà espressa dall’altro, ma anche del nostro desiderio richiede capacità di analisi e di mediazione importanti, che sono fondanti per portare a termine la professione, in modo soddisfacente non solo sul piano della realizzazione personale, ma anche di quella economica.

Qual è stato il suo ruolo in questo progetto?
Partendo dal piano di studi che abbiamo strutturato, trovare un editore che avesse le giuste caratteristiche, sia in termini di proposta che di capacità dialogica con i ragazzi, per essere uno stimolo in un settore che, spesso, è visto come “castrante”, da parte degli studenti e che, invece, è, come già detto, non solo un’ottima palestra, ma anche una reale possibilità di lavoro: c’è sempre richiesta e ricambio nel settore dell’editoria scolastica e questo non sempre gli studenti lo sanno. Inoltre, avendo lavorato per cinque anni come caporedattore e capoprogetti nel settore con Giunti Scuola, ho potuto mettere a disposizione degli studenti l’esperienza acquisita nel settore.

Come si rapporta la classe con i vincoli di questo genere di editoria?
In modo eterogeneo. C’è chi patisce gli eccessivi vincoli, chi li prende come una sfida, chi semplicemente ci prova, come proverebbe qualunque altra cosa, e poi sta a vedere. In alcuni casi ci sono state delle sorprese. Qualcuno ha scoperto un settore che non pensava potesse interessargli. In ogni caso, anche chi non ama l’ambito della scolastica, ha trovato la palestra utile. Intanto si è capita la complessità del lavoro.

Quali sono le caratteristiche di questo tipo di mercato editoriale?
E’ un mercato che richiede molta velocità, capacità di lavoro di squadra (spesso gli studi danno i pacchetti “finiti”, con grafica e illustrazione insieme, e con divisione del lavoro tra chi fa il tratto e chi colora), abitudine a produrre molto in poco tempo. La remunerazione non è altissima se si guarda alla singola immagine, ma comprendendo pacchetti ampi diventa interessante nel suo complesso. Di sicuro è un mercato che richiede velocità, come detto, non solo nell’esecuzione, ma anche nell’interpretare le esigenze della committenza. Ed è un mercato dove i cambiamenti di stile sembrano lentissimi con improvvise svolte repentine di gusto, ma che, in realtà, abitua all’osservazione. Può essere anche una bella sfida se l’autore di quel cambiamento di gusto vuoi essere tu.

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